Il mio lavoro mi lascia molto tempo libero. O meglio a volte mi lascia molto tempo libero, altre volte mi fa solo sognare di poter fare una lavatrice a casa mia, davanti al mio armadio, stesa sul mio letto mentre guardo un film su Sky aspettando che lo smalto asciughi. O meglio a volte mi lascia molto tempo libero e quando lo fa, generalmente, gli altri lavorano, quelli con gli orari prestabiliti e i giorni prestabiliti e la sveglia prestabilita per intenderci, praticamente oltre tre quarti delle persone che conosco. E così se è vero che di necessità si fa virtù negli ultimi mesi – da quando ho rivoluzionato per l’ennesima volta la mia vita – mi sono più volte trovata a riflettere sul significato di tempo libero (su quello perduto a quanto pare si era già disquisito abbastanza). Sul suo valore. Sulle sue infinite forme. E soprattutto su come occuparlo. Dormendo è sicuramente la risposta più facile. La più immediata. Quella che determina il mio essere una persona orrenda che se non ha un volo o un treno o un taxi-in-quattro-minuti-sotto-casa prima dell’alba può aprire gli occhi alle nove la mattina. E prepararsi la colazione in sedici fasi – ...
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