COS, ovvero considerazioni in ordine molto sparso in un lunedì di inizio dicembre in bilico tra l’alba e il tramonto. O meglio non so che ore sono e potrebbero essere le tre e mezza del pomeriggio o le nove meno dieci di sera. Ho una fame che mi mangerei anche i comodini in truciolato dell’Ikea. E invece devo ancora smaltire le diciotto portate in quarantasei minuti del week-end sul lago d’Orta da quel gran figo di mister Cannavacciulo. Mancano diciasette giorni a Natale e sia ben chiaro io il Natale lo adoro e anche tanto – un po’ meno le lucine blu sui balconi e le macchine in quarta fila davanti alla Feltrinelli e le pile di cotechino al supermercato – ma saranno i diciotto gradi di Roma, saranno le infinite cose da fare, sarà che ancora non ho mangiato una sola fetta di pandoro mi sembra lontano ma talmente lontano che piuttosto che mettermi a fare l’albero pelo patate. Mi sistemo le sopracciglia e passo dalla tintoria a ritirare il vestito lungo color cipria. Marlon Brando: come lui nessuno mai. Hello di Adele non mi piace. E non mi fa manco piangere. E poi ho scoperto che ha venticinque ...
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