Essere Parma. Perché in un profumo c’ è la storia del luogo da cui trae le sue origini, l’eleganza della città che gli ha dato i natali, la cultura dell’arte da cui ha tratto ispirazione. Essere Parma. Nelle visione di Giovanni Gastel che firma con la sua delicatezza le immagini del libro che racchiudono la celebrazione di questa città, e di questa fragranza, in un continuo alternarsi dipassato e presente, di ciò che è stato e di ciò che ora è. Nella parole pensate e pesate di Antonella Boralevi che cerca di dare una forma a questa magnificenza: discreta eppure solida, sobria eppure sontusa. Perché il lusso è – forse – la capacità di conciliare in maniera magistrale (e silente) tra di loro gli antipodi. Essere Parma. Da quel lontano 1916 quando su commissione di Carlo Magnani, erede di un’aristocratica famiglia parmense e nipote dello scenografo prediletto da Verdi, in un piccolo laboratorio di essenze prese vita una fragranza insolita per quegli anni. Moderna e fresca negli accordi: una Colonia in grado di racchiudere al suo interno una visione e un’intuizione che negli anni si sarebbero rivelate qualcosa di più. Un’icona. Una firma. Un simbolo di quel gusto e di quello stile rimasto immutato. Essere Parma. La città. La Colonia. L’essenza di ciò ...
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